![]() Non sapremo mai cosa si nasconde dietro la vita di questo essere umano. Non riusciremo mai a capire cosa ha portato questo uomo a ridursi così. Non ci è dato sapere quante occasioni ha avuto per cambiare la sua vita. Eppure abbiamo compassione, almeno credo. Forse perché in lui vediamo noi? Un destino avverso che poteva essere anche il nostro? Beh!? Cosa dire… se non riusciamo ad eliminare questa piaga, di fame e sofferenza umana? Istituzioni, enti caritatevoli, associazioni, ecc. ecc. sono inermi e non riescono a debellare questa afflizione. Io, nondimeno, sono un fallito perché oggi scrivo quello che dovevo solo immaginare. |
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Il vaccino per HPV - a cura del Dr. G. Stellato
IL VACCINO CONTRO IL CANCRO
DELLA CERVICE UTERINADr. Giovanni Stellato Il carcinoma della cervice uterina è il tumore maligno più frequente nelle aree del mondo ove non si pratica la prevenzione con Pap test e colposcopia. In Italia tale tumore è responsabile di circa 1.700 decessi all’anno, ovvero ogni giorno cinque donne ne muoiono. Circa dieci nuovi casi vengono diagnosticati al dì, per un totale di circa 3.500 all’anno. Analogamente vengono classificate e trattate le lesioni precancerose della vagina (VaIN) e della vulva (VIN). Quasi tutte le lesioni precancerose del basso tratto genitale femminile (cervice uterina, vagina e vulva) sono dovute a infezione da Virus del Papilloma Umano (HPV). Tale virus, normalmente trasmesso per via sessuale, è presente prevalentemente nella fascia di età tra i 20 e i 30 anni, con una prevalenza del 15% circa a livello di ambulatori di secondo livello di colposcopia, e in crescita costante. Tale infezione si manifesta più facilmente nelle ragazze, mentre solo il 10% dei partners maschile di donne con infezione clinica da HPV presentano segni clinici. L’infezione da HPV si diagnostica in fase latente (con tecniche di laboratorio, normalmente su cellula) e in fase clinica, ovvero visibili a occhio nudo o con strumenti, ad esempio il colposcopio. Esistono oltre cento tipi diversi di HPV, classificati in basse a una variabilità di almeno il 50% del proprio genoma. I più pericolosi sono il 16, responsabile del carcinoma squamoso della cervice uterina, e il 18, responsabile dell’adenocarcinoma della cervice uterina. I tipi 31, 33, 35 e alcuni dei 40 sono a rischio intermedio. I tipi 6 e11 sono responsabili principalmente dei condilomi. Dal momento che la risposta immunologia, essenzialmente cellulomediata, è precoce ed efficace, un vaccino contro l’infezione genitale da HPV è un obiettivo importantissimo della moderna immunologia. Il vaccino preventivo per l’infezione genitale da HPV è ormai una realtà, attualmente in commercio anche in Italia. Questo è il risultato di ampi studi e sperimentazioni cliniche su altissimi numeri di pazienti in tutto il mondo, che hanno visto anche l’Istituto nel quale mi onoro di lavorare, come uno dei centri per la sperimentazione. Dal momento che l’infezione da HPV viene acquisita precocemente all’inizio dell’attività sessuale, il modo più razionale per utilizzare tale vaccino (preventivo, non terapeutico) è quello di somministralo prima dell’inizio dei rapporti sessuali. In tal modo si induce una protezione elevata prima di un possibile contagio con l’HPV. L’uso del vaccino è, infatti approvato nelle donne tra i 9 e i 26 anni, prive di infezione da HPV. La migliore strategia è quella di effettuare la vaccinazione, in tre dosi successive, all’età di 11-12 anni. Dal momento che questa fascia di età corrisponde al periodo dell’obbligo scolastico, è realizzabile l’offerta attiva, quindi la vaccinazione anche a ragazze a rischio di deprivazione sociale, ed è anche possibile una migliore comunicazione con famiglie e interlocutori sociali e sanitari. Inoltre, un importante aspetto organizzativo è rappresentato dall’opportunità di utilizzare le strutture del Servizio Sanitario Nazionale con la stessa organizzazione prevista per le vaccinazioni obbligatorie per l’infanzia, anche ai fini di un migliore follow-up delle paziente. In Italia si prevede dall’anno 2008 la vaccinazione gratuita a tutte le ragazze di 11-12 anni. Un aspetto importante è che la vaccinazione non elimina assolutamente la necessità di effettuare il normale screening preventivo mediante Pap test periodico a tutte le donne, e colposcopia in presenza di anormalità citologiche. Naturalmente, anche per i costi basi e la facile effettuazione dell’esame, la colposcopia è sempre raccomandata, in particolare tra i 20 e i 30 anni. L’efficacia del vaccino è vicina al 100%, e dovrebbe mantenersi tale per circa cinque anni. Naturalmente sono necessari ulteriori studi per migliorare le nostre conoscenze a medio e lungo termine, e definire l’opportunità di tale pratica anche nei giovani ragazzi. |
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